Premessa,
Prima di entrare nel dettaglio di questa storia infame e dei suoi 407 giorni di sequestro giudiziario per avere subito la certezza della volontà di dover comunque creare un colpevole, é sintomatico vedere con quanto accanimento ha condotto l'istruttoria, il suo modo di ragionare : manicheismo, inferenze, dietrologie, proprietà transitive, teoremi, amplificazioni dell'indizio, ipotesi che d'improvviso si fanno passare per dati reali. I suoi teoremi generati dalla devastante cultura del sospetto, mirato e gestito con lucida fantasia, grazie all'apporto fattivo nelle costruzioni accusatorie dell'Ispettore di Polizia Tiberti G., un vero artista della mistificazione, hanno saputo creare dei veri e propri "X Files". A ciò aggiungasi la gratuità d'etichettare come "Mafia" e/o " Grande Banditismo" e, non per ultimo, la diffamazione morale e professionale. I Giudici dei vari gradi di giudizio, avrebbero dovuto motivare nelle sentenze, come un leggendario pretore di Ronciglione "Visti e disapplicati gli articoli del Codice Penale...". Le Ordonnance di rinnovo, le Ordonnance di rigetto alla richiesta di libertà provvisoria ed il Rinvio a giudizio un florilegio di errori, falsi in atto pubblico e falsi ideologici ; queste pagine esporranno, con il supporto della documentazione in atti, la volontà costante di questo giudice di mentire sapendo di mentire con l'avallo delle Istituzioni.
Ogni pagina sarà una domanda di "legittimo sospetto" se tutto ciò non sia stata "denegata justitia". Sarà come il "J'accuse", un ripetersi della storia "la Giustizia con i falsi".
 
"Giudici Istruttori... il loro mestiere non esige che siano persone istruite,
di cultura e di larghe vedute, e tali non sono.
Il mestiere esige unicamente... che siano insensibili verso le sofferenze altrui,
e questo si che lo fanno" A. Solgenitsyn
 
 

NdA - Della sua onestà intellettuale e di giudice, basta leggere questo articolo, apparso su LIBERATION, in occasione del processo Hobbs-Melville ; oppure quelli sul FIGARO.

Alcuni stralci :

sur cette justice monégasque qu'il a quittée «dans des conditions exécrables». Premier scoop : «Très fréquemment, le procureur général venait me dire quelle peine serait attribuée à quelqu'un.» Selon le juge Hullin, avant certains procès, le procureur (à l'époque, Daniel Serdet) connaissait la décision.

le juge Hullin affirmait : «Le procès [auquel il n'a pas assisté] a été une vraie pantalonnade.» Selon lui, à Monaco, la justice «est parfois tout sauf professionnelle» : «Dès que le palais participe de près ou de loin à l'événement, certains se rangent et l'esprit critique disparaît.» 

Arroseur arrosé, le juge, qui avait été cité comme témoin à la demande de Jean-Christophe Moroni, doit aussi justifier un de ses actes. En octobre 2004, alors qu'il n'était plus saisi du dossier clos, il a ordonné le déblocage d'un compte au Liechtenstein, sur lequel Moroni détenait 400 000 dollars. Ce dernier a ainsi pu les récupérer. Quelle compétence le juge avait-il pour le faire ? «Aucune, reconnaît-il. C'était hors procédure.» Et un peu gênant.

http://www.lefigaro.fr/synsearch/search.php?mid=499af74e304f1dd705cdcfc0834c39d4&l=fr&sortBy=date